Caritas Parrocchiale di Cristo Re
La Caritas parrocchiale di Cristo Re in questo anno non ha modificato la sua sede né i giorni o gli orari di apertura, siamo stati sempre aperti tutti i mercoledì del mese dalle 15 alle 17, offrendo sempre un servizio di Centro di Ascolto e distribuzione di viveri e indumenti, chiaramente nel rispetto delle nuove regole, dettate dalla crisi pandemica in corso, quindi con guanti e mascherina e sempre detergendosi le mani ai diversi passaggi.
Nei mesi di marzo-aprile abbiamo anche attivato un servizio di consegna a domicilio dei viveri per una persona anziana che aveva grandi difficoltà ad uscire di casa ed abbiamo scaglionato la distribuzione dando appuntamento preciso ogni quarto d’ora alle diverse persone così da poter creare una situazione di sicurezza per noi e per le persone che venivano.
Inoltre, abbiamo cambiato modalità di consegna dei pacchi, ci siamo rifornite di buste di plastica riciclabile e le consegniamo alle persone che poi le portano via nelle loro borse personali, così che non ci sia contatto. Al momento riceviamo le persone nell’atrio della parrocchia facendo in modo che abbiano tra loro distanza di sicurezza ma non stiano al freddo o sotto la pioggia nell’attesa. Purtroppo, in questo modo l’Ascolto è venuto un po’ a meno, però diamo sempre appuntamento in altro momento per quelle persone che hanno necessità di condividere problematiche particolari o che abbiano bisogno di parlare con il parroco.
Nel 2020 le volontarie sono state 6; 3 addette alla distribuzione viveri e all’ascolto che si avvicendavano e 1 addetta alla rilevazione dei dati nel pc. Nel mese di marzo, con l’inizio della pandemia, purtroppo 2 volontarie, decane della nostra Caritas parrocchiale, hanno dovuto lasciare a malincuore il servizio, per limiti di età imposti dal Decreto Sicurezza, e se ne sono aggiunte altre 2; una signora di 70 anni, ex infermiera, che ha sempre frequentato la parrocchia ed è alla sua prima esperienza di volontariato ed è tuttora con noi, ed una ragazza di 23 anni che ha frequentato la parrocchia fino a qualche anno fa in oratorio e adesso vive fuori Rimini e, nei mesi di lockdown, si è resa disponibile portando molto entusiasmo, avendo già avuto altre esperienze di volontariato.
Nel 2020 abbiamo avuto un incremento significativo di persone che si sono rivolte alla nostra Caritas parrocchiale, parliamo di 40 persone nuove, in particolare 21 ragazzi dall’Argentina, che sono venuti in Italia in seguito all’ennesima crisi economica che sta vivendo il loro paese, chiedendo la cittadinanza italiana poiché hanno nonni italiani emigrati in Argentina e sono in attesa di regolarizzare la loro posizione nel nostro paese.
Sono ragazzi giovani, con una cultura alta, quasi tutti laureati, ma che nel loro paese non hanno nessuna possibilità di trovare lavoro; ragazzi con molta volontà, che hanno cercato lavoro stagionale e molti di loro non li abbiamo più rivisti a partire da giugno; in ottobre poi, con la nuova chiusura alcuni di loro sono tornati saltuariamente ma la maggior parte non si sono più rivolti a noi, forse perché hanno risolto anche i loro problemi burocratici.
Degli altri stranieri abbiamo avuto anche diversi ragazzi peruviani, che hanno fatto la stagione estiva e che adesso vediamo molto meno e due famiglie, una egiziana e una dominicana, che seguiamo tuttora continuativamente; la famiglia egiziana è composta da padre, madre e 3 figlie, mentre la famiglia di Santo Domingo è composta da una mamma sola con 2 figli maschi. Quest’ultima ci è stata segnalata dall’insegnante di religione di uno dei figli, poiché vivono in una situazione di grande disagio; hanno subaffittato una stanza da un signore che li maltratta, in questo caso siamo intervenuti tramite il parroco per trovare loro una casa da prendere in affitto contribuendo noi per il pagamento delle spese a cui la mamma non può far fronte.
L’età media delle persone nuove incontrate è intorno ai 25 anni, per lo più donne, come già detto, i ragazzi di nazionalità argentina hanno una cultura medio-alta e svolgevano lavori nel loro paese che hanno dovuto abbandonare a causa delle crisi economica acuita dalla pandemia in corso; mentre i ragazzi di nazionalità peruviana hanno una cultura media, sono quasi tutti con una licenza media o media superiore e in Perù svolgevano lavori umili.
Abbiamo poi avuto il caso di due famiglie che sono ritornate, dopo diverso tempo che non le vedevamo, poiché hanno avuto problemi economici e problemi familiari in quanto, in entrambi i casi, il figlio è in carcere. Per loro abbiamo attivato un aiuto costante per il pagamento delle bollette, poiché non riescono ad accedere al Reddito di Cittadinanza per questioni burocratiche e tempistiche lunghe.
Abbiamo avuto una terza famiglia che è ritornata a chiedere aiuto, dopo un paio di anni che non vedevamo, composta da una ragazza con la mamma e un figlio; le sue condizioni sono migliorate rispetto alla prima volta abitava in una roulotte, ma ora che vive in casa fa comunque fatica a sostenere tutte le spese.
Per quanto riguarda il Piano Marvelli, ne stiamo usufruendo poiché avevamo presentato domanda per seguire un caso molto critico e ci sono stati dati 1.000€ che stiamo infatti utilizzando per il pagamento di bollette da settembre 2020.
Il parroco Don Lauro è sempre molto presente con il nostro gruppo, nel periodo più critico in cui dovevamo decidere se tenere aperto o meno ci ha sostenuto e ci ha dato diverse indicazioni per come poter gestire le situazioni anche da un punto di vista logistico, mettendoci a disposizione gli ambienti di cui avevamo bisogno.
Nel nostro gruppo ci sono stati momenti difficili, perché andando via due “colonne storiche” e trovandoci ad affrontare un’emergenza, avevamo paura di non riuscire a portare avanti il servizio, ma “abbiamo chiesto e ci è stato donato” e ad oggi siamo state sempre in grado di poter fare servizio e portare aiuto alle persone che ce lo richiedono.
Ogni tanto vale la pena fermarsi e chiedersi il “perché” del nostro servizio e ripensare allo stile che Ombretta (la fondatrice della nostra Caritas parrocchiale) ci ha insegnato e lasciato: “I poveri li portate sempre con voi”, che è quanto lei ha sempre vissuto, avendo un sorriso e una parola di speranza sempre per tutti.
Certo con il problema della mancanza di relazione stretta il momento dell’ascolto è molto ristretto nei tempi e nella logistica, sarebbe bello poterci fermare più tempo e più “strettamente” a scambiare delle chiacchiere con i nostri assistiti, ma poiché al momento non è ancora possibile, ci “accontentiamo” di conoscere quanto più possibile della loro situazione personale.
Cerchiamo però sempre, di avere a cuore le situazioni più difficili e di interessarci veramente alle loro situazioni familiari e non essere solo dei “distributori” di cibo o di denaro. Cerchiamo di porre attenzione alle diverse famiglie, per chi ha problemi di allergie o chi ha bambini piccoli o persone anziane, così da consegnare loro dei pacchi più “personalizzati” e cerchiamo sempre di scambiare due chiacchiere soprattutto con i nuovi arrivati, per conoscerci meglio.
Cosa ci ha insegnato quest’anno?
Direi che ci ha insegnato che davanti ad evento così tragico e straordinario abbiamo avuto la scelta di prendere due strade: l’egoismo o la solidarietà, e noi abbiamo scelto la solidarietà, sempre pensando chiaramente a non mettere in pericolo noi stesse o le nostre famiglie, ma considerandoci persone fortunate rispetto a tanti altri ed in dovere quindi di restituire, in piccola parte, quella fortuna che ci viene regalata ogni giorno.
Ci siamo rese conto che mai come quest’anno andava testimoniata la presenza del Signore attraverso i nostri gesti, perché come sempre, un conto è parlare e un conto è agire, e parlando e basta non si arriva da nessuna parte, ma i nostri piccoli gesti sono stati anche di esempio a tanti parrocchiani che ci hanno dato un aiuto spontaneo con donazioni, anche cospicue, senza nemmeno che noi chiedessimo; so che sono soldi, però la cosa ci ha rinfrancate tanto perché sapere di poter dire “non preoccuparti per la bolletta ti possiamo aiutare….” e vedere il sorriso sul viso di queste persone, ci ha dato un segno di grande speranza. Questa è la nostra missione, dare speranza là dove sembra non arrivi mai giorno ed è un grande segno di fede; come dice l’Apostolo Paolo nella Lettera agli Ebrei “FRATELLI, LA FEDE È FONDAMENTO DI CIÓ CHE SI SPERA E PROVA DI CIÓ CHE NON SI VEDE”.
Gli interventi nel 2020
2017 | 2018 | 2019 | 2020 | |||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Intervento | Persone | Interventi | Persone | Interventi | Persone | Interventi | Persone | Interventi |
Ascolto | 22 | 100 | 17 | 141 | 23 | 180 | 44 | 44 |
Viveri | 22 | 158 | 16 | 137 | 22 | 180 | 60 | 437 |
Materiale scolastico | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 3 | 3 |
Sussidi economici | 7 | € 1.667 | 2 | € 1.024 | 5 | € 800 | 13 | € 2.621 |
Totale | 51 | 258 | 35 | 278 | 50 | 360 | 120 | 481 |