Gli aiuti del Governo per contrastare gli effetti della pandemia

Nel 2020 e nel 2021, il Governo Conte ed ora il Governo Draghi, hanno emanato diversi Decreti per contrastare gli effetti della pandemia e scongiurare un ulteriore crisi economica. Solo con i primi quattro decreti, il Governo ha messo in campo più di 78 provvedimenti per far fronte alla drammatica situazione che le famiglie e le imprese stavano vivendo nel nostro paese.

Con i Decreti Cura Italia, Liquidità, Rilancio e Agosto sono stati adottati interventi di vasta portata su Sanità, Lavoro, Liquidità, Fisco, Famiglie, Imprese. Un’azione che è proseguita con i successivi provvedimenti ‘Ristori’, destinati alle categorie più colpite dalle restrizioni.

Per la liquidità è stata costituita una Task Force per assicurare il rapido utilizzo delle misure del Governo a sostegno di famiglie e imprese. Inoltre, è stato assegnato il riconoscimento pubblico di “Contribuenti solidali” ai cittadini che hanno volontariamente pagato le tasse pur potendo rinviarne il pagamento.

Appendice – Dettaglio delle misure di contrasto alla povertà

Come Caritas diocesana, abbiamo chiesto alla Direzione provinciale INPS di Rimini, di offrirci sia delle indicazioni su come accedere alle misure per informare i cittadini che i risultati di ciascun bonus o aiuto emanato dal Governo sul nostro territorio. Per la redazione di questo articolo abbiamo anche coinvolto Nunzia De Capite (Ufficio di Politiche sociali di Caritas Italiana) che ha scritto il commento ai dati Inps offrendo uno sguardo nazionale.

Di seguito pubblichiamo la risposta dell’INPS ed una tabella riassuntiva con i risultati per ciascun aiuto, approfittiamo per ringraziare per la collaborazione.

I dati INPS della sede provinciale di Rimini

A decorrere dal luglio 2019 per accedere agli uffici INPS è obbligatoria la PRENOTAZIONE, attivabile con diverse modalità: contact center (803.164 da rete fissa, o 06.164.164 da rete mobile), app, portale Inps, contatto attraverso il numero della sede provinciale (0541.398201 dal lun. al ven. dalle 8.30 alle 12.30). Nel corso del 2020 La sede provinciale INPS di Rimini ha registrato 11.093 prenotazioni, di cui 2.182 definite in anticipo, 915 annullate e 7.996 chiuse regolarmente.

La direzione provinciale, nella persona di Danila Casanova che ringraziamo, ci ha messo a disposizione le informazioni relative alle domande collegate alle misure messe in atto dallo Stato a sostegno al reddito. Qui sotto riportiamo il dettaglio elaborato dalla nostra volontaria Rossella Salvi (resp. Ufficio Statistiche della Provincia di Rimini, attualmente in pensione).

Domande collegate alle misure messe in atto dallo Stato a sostegno al reddito pervenute agli uffici della Direzione provinciale INPS nel 2020

Tipologia di domanda Ricevute Respinte Accolte % accolte
Reddito di Cittadinanza / Pensione di Cittadinanza 5.411 2.007 3.404 62,90%
Reddito di Emergenza 5.880 3.356 2.524 42,90%
Bonus COVID per professionisti con partita IVA e lavoratori co.co.co 7.193 2.521 4.672 65,00%
Bonus COVID per lavoratori autonomi iscritti
alle gestioni speciali Assicurazione Generale Obbligatoria
25.924 1.494 24.430 94,20%
Bonus COVID per lavoratori stagionali del turismo e degli stabilimenti termali 18.437 8.508 9.929 53,90%
Bonus COVID per lavoratori agricoli operai a tempo determinato 1.528 273 1.255 82,10%
Bonus COVID per lavoratori dello spettacolo 843 366 477 56,60%
Bonus COVID per lavoratori stagionali settori diversi dal turismo 7.722 3.603 4.119 53,30%
Congedo parentale 10.685 945 9.740 91,20%
Bonus Baby Sitter 9.920 1.391 8.529 86,00%
Indennità per lavoratori domestici 1.269 248 1.021 80,50%
Totale 94.812 25.206 69.606 73,40%

Il commento dell’Ufficio Politiche Sociali di Caritas Italiana

I dati mostrano che nella Provincia di Rimini, le maggiori richieste sono state da parte dei lavoratori autonomi (25.924, con una soddisfazione del 94,2%), da parte dei lavoratori stagionali nel settore turistico (18.437 con una soddisfazione del 53,9%), i congedi parentali (10.685 domande, di cui il 91,2% soddisfatte) e i bonus per Baby sitter (9.920 domande, di cui soddisfatte l’86%).

È quindi evidente che ad essere più colpiti sono stati i lavoratori autonomi e quelli del settore turistico e le famiglie con minori. È però importante considerare che i lavoratori autonomi sono coloro che sono più aggiornati, che beneficiano spesso della presenza di un commercialista che offre indicazioni e orientamento, quindi il maggior numero di domande può corrispondere sì ad un reale bisogno, ma anche ad una miglior informazione e capacità di accedere agli strumenti; condizione che non sempre si è riscontrata per le altre categorie che hanno dichiarato (presso i Centri di Ascolto Caritas) di essere poco informate e di non sapere come accedere a questi strumenti. Anche i dati nazionali raccolti durante i monitoraggi del 2020 condotti da Caritas Italiana hanno fatto emergere come l’orientamento alle misure sia stato fondamentale per far accedere le persone alle prestazioni di cui avevano diritto: il 26% delle Caritas ha infatti dichiarato di aver svolto questa funzione e di aver, nel 12% dei casi, supportato i beneficiari dei servizi Caritas nella compilazione delle domande per accedere alle misure. Inoltre, il sostegno all’orientamento è stata indicata come terza priorità dalle persone, dopo gli aiuti materiali e il lavoro1.

I dati nazionali relativi al 2020 consentono di tracciare il quadro del funzionamento complessivo degli interventi messi in campo dal Governo e di confrontare i risultati provinciali con i trend nazionali per individuare eventuali specificità locali. I 27 miliardi erogati in sostegni economi alle famiglie e alle imprese sono stati per circa due terzi assorbiti dalla Cassa integrazione che ha raggiunto 6,5 milioni di persone, uomini nel 75% dei casi, residenti al Nord (57%), di età compresa fra i 30-54 anni (54%). Il picco di utilizzo della cassa lo si è raggiunto ad aprile. Rispetto alle platee di riferimento, a livello nazionale i collaboratori e gli autonomi sono risultate le categorie maggiormente raggiunte (con un tasso di copertura pari rispettivamente all’85% e al 67%). Lo stesso non si può dire per gli altri provvedimenti messi in atto dal Governo. È il caso del Reddito di emergenza, la misura che ha affiancato il Reddito di cittadinanza e lo sta facendo tuttora (il decreto Sostegni e Sostegni bis prevedono infatti riedizioni della misura). Per completezza prima di parlare del REM occorre dire che il Reddito di cittadinanza ha registrato a livello nazionale un incremento complessivo di circa il 30% dei beneficiari, per effetto della pandemia che ha avvicinato alla misura persone che prima per una serie di motivi avevano deciso di non farvi ricorso (la presenza di condizionalità vincolanti, l’impegno in attività economiche informali). Il Reddito di emergenza ha interessato complessivamente 422.000 nuclei, pari a poco meno di un milione di persone, che hanno percepito in media un beneficio di 550 euro per gran parte per cinque mesi consecutivi2. Rispetto alla platea individuata nella relazione tecnica di lancio della misura che fissava in 800.000 nuclei pari a 2 milioni di persone i beneficiari della misura, è stato coinvolto dunque il 50% delle persone potenzialmente eleggibili. Anche la rilevazione nazionale di Caritas Italiana ha messo in luce come il REM sia risultata la misura più richiesta (26%) ma con il più basso tasso di accettazione domande (30%) ed è stata percepita da single e monogenitori con figli maggiorenni (50 e 80%), con redditi fino a 800 euro (83%), in cui nessun membro lavora (48%), over 50 anni (48%). Le Caritas hanno espresso un parere molto positivo su questa misura, che per il 43% di esse è stata giudicata importante per dare supporto alle famiglie. Inoltre, l’aver ricevuto orientamento ha triplicato la possibilità di fare domanda e ha accresciuto di un sesto la possibilità di vederla accettata.

Per il REM, tornando ai dati nazionali, il tasso nazionale di rigetti è stato pari al 50%, quello provinciale rilevato dall’INPS di Rimini sale al 58%, rivelando una minore capacità di “presa” della misura a livello locale, in questo caso, rispetto a quella nazionale con conseguenze dirette in termini di mancato sostegno a persone e famiglie in difficoltà.

Considerando RDC e REM complessivamente, nel corso del 2020, sono stati 4,3 milioni i percettori di misure di contrasto alla povertà, pari al 7,1% della popolazione residente. Se pensiamo ai 5,6 milioni di persone in povertà calcolate dall’Istat, ci rendiamo conto in condizioni di emergenza occorre intervenire con tempestività, semplicità e chiarezza, garantendo un adeguato orientamento e accompagnamento alle misure a livello territoriale per consentire al più ampio numero di persone di accedere ad esse e trasformare i diritti in reali miglioramenti delle condizioni di vita.


Note

1) Cfr. Caritas Italiana, Gli anticorpi della solidarietà, Rapporto 2020 su povertà ed esclusione sociale in Italia, ottobre 2020,

2) Cfr. INPS, Inail, Istat, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Anpal, Il mercato del lavoro 2020. Una lettura integrata,