Introduzione

“Non tutto il male viene per nuocere!” Gli antichi proverbi tradizionali raramente sbagliano e, se penso a questo anno, lo riassumerei davvero con questo detto popolare.

Non voglio sminuire il dramma del Coronavirus e della pandemia ancora in atto, non posso dimenticare: i carri armati con le bare incolonnati a Bergamo; i volti di medici e infermieri distrutti dal lavoro massacrante e dal senso iniziale di impotenza, perché non si sapeva come intervenire; i negozi chiusi e le strade deserte perché costretti a stare in casa, con il silenzio interrotto dalle sirene delle ambulanze o dall’altoparlante delle macchine della polizia municipale che passavano per le strade per ricordare le regole da rispettare ai cittadini; le bandelle sui giochi dei bambini al parco perché era pericoloso toccare o sedersi dove erano stati altri… Questa pandemia ci ha segnato, a molti di noi ha portato via persone care o abbiamo visto amici e parenti stare molto male o noi stessi siamo stati colpiti. Abbiamo sperimentato il senso della chiusura, dell’isolamento, dello stravolgimento delle nostre abitudini e della privazione della libertà nel muoverci ed uscire quando ci pare per andare ovunque. Lo stare rinchiusi dentro le mura domestiche ha portato all’esasperazione alcune famiglie che erano già in crisi, i rapporti genitori figli possono essere divenuti complicati e difficili per la didattica a distanza o per il tanto tempo condiviso insieme.

Eppure…

Eppure, proprio questo tempo ci ha permesso di rimettere al primo posto i valori, di eliminare il superfluo e concederci più tempo con i nostri familiari, di tornare a fare il pane in casa, di vivere di più il nostro quartiere, di essere più attenti a coloro che sono in maggior difficoltà. Mai come in questo anno abbiamo visto arrivare in Caritas continue donazioni di tutti i tipi: centinaia di uova di Pasqua, 10mila uova di quaglia, migliaia di mascherine, alcune addirittura cucite a mano da signore che hanno recuperato scampoli di stoffa, ma anche disegni arrivati dai bambini per mandare messaggi di speranza ai nostri assistiti, poesie, racconti, saluti, canzoni, offerte in denaro, vestiti, coperte, saponi. Ognuno ha donato ciò che poteva, ma tutti ci siamo sentiti parte di una sola comunità.

Abbiamo voluto intitolare “INSIEME” la XVII edizione del Rapporto sulle povertà, proprio perché questa parola ci sembrava la sintesi perfetta per riassumere questo 2020. Ecco come lo abbiamo strutturato.

  • Per i dati di contesto siamo voluti partire dal problema della povertà alimentare perché, mai, come in quest’anno, abbiamo ricevuto così tante richieste di cibo da parte di persone e famiglie in difficoltà, ci siamo quindi interrogati sullo spreco alimentare e sulle diseguaglianze presenti nel mondo. Abbiamo poi voluto dedicare un paragrafo alle misure messe in atto dal Governo per contrastare gli effetti della pandemia, per questa sezione ci siamo fatti aiutare da professionisti (dall’ INPS Provinciale di Rimini e dall’Ufficio delle politiche sociali di Caritas Italiana).
  • Il secondo capitolo lo abbiamo dedicato alla Caritas, partendo da un’analisi dei dati di tutti i centri Caritas presenti sul territorio della diocesi, per poi fare un approfondimento su un campione di 904 persone intervistate per sondare gli effetti del Covid; un racconto su ciò che è avvenuto in Caritas diocesana nel 2020 considerando i diversi settori; uno spaccato sulle reti di volontariato che si sono attivate con il Coronavirus, dando spazio in particolare a Protezione Civile, Agesci e Ass. Team Bota; infine il dettaglio di ogni singola Caritas parrocchiale che, in questo anno, si è attivata per non lasciare mai nessuno solo ed in difficoltà.
  • Nel terzo capitolo abbiamo voluto dare spazio e voce ad alcune testimonianze, persone che abbiamo incontrato in questo 2020 e che ci hanno raccontato la propria storia rispondendo a delle interviste. Essendo un rapporto digitale non ci siamo però limitati al testo scritto, ma abbiamo anche dato la possibilità al lettore di poter visionare dei video con la viva voce di persone ospitate nella Locanda 3 Angeli e alcuni profughi che sono accolti in strutture della Caritas.
  • Il quarto capitolo narra il racconto delle tante realtà impegnate sul nostro territorio nella lotta alla povertà, una rete con la quale Caritas si interfaccia continuamente, dove le collaborazioni e gli scambi sono quotidiani per sostenere ed aiutare le persone che si rivolgono a noi. Hanno collaborato alla redazione di questo capitolo: gli Sportelli sociali del Comune di Rimini e quelli del distretto sud di Riccione, l’Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII, l’Opera Sant’Antonio per i poveri, l’Ass. Rumori sinistri, la Croce Rossa di Rimini e Riccione, il Centro di Solidarietà, il Centro Aiuto alla Vita di Bellaria e il Centro antiviolenza Rompi il silenzio.
  • L’ultimo capitolo è dedicato alla salute, questa scelta è nata dal fatto che sul territorio diocesano esistono diversi ambulatori a servizio di persone indigenti o in difficoltà (Ambulatorio Extra-Cee, Ambulatorio Nessuno Escluso, Ambulatorio solidale di Riccione, Ambulatorio Anteas, Poliambulatorio la Filigrana), per cui ci è sembrato corretto inserire queste realtà all’interno della nostra pubblicazione.

La ricchezza delle voci di questa pubblicazione fa comprendere quanto la strada per la lotta alla povertà sia da continuare a percorrere tutti insieme, mano nella mano, dove poveri e non hanno lo stesso valore e dignità, dove l’arricchimento e la crescita di umanità sono reciproci. Solo INSIEME potremo sconfiggere la pandemia più grave del nostro tempo che è quella che ha un virus più subdolo, dal nome indifferenza!

Isabella Mancino
Resp. Osservatorio delle povertà e delle risorse
Caritas diocesana Rimini