Intervista a una donna divorziata, invalida e con due figlie

Da quanto tempo sei divorziata, come hai organizzato la tua vita con le tue figlie?

Sono più di vent’anni che sono divorziata, le bambine avevano intorno ai 9 e 14 anni. Mio marito aveva il vizio delle donne, ma come padre è sempre stato molto premuroso e attento, alle nostre figlie non ha mai fatto mancare nulla. Quando ci siamo separati io ho deciso di lasciargli la casa di proprietà e me ne sono andata in affitto con le bambine, all’epoca lavoravo come estetista e non avevo problemi e lui comunque passava il mantenimento per le bambine. Poi è successo che il centro estetico dove lavoravo è fallito ed io mi sono ritrovata senza lavoro. D’estate riuscivo a fare la cameriera ai piani negli alberghi, d’inverno mi arrangiavo come potevo facendo un po’ la baby sitter e un po’ l’estetista in casa. Viste le difficoltà mi sono rivolta ai Servizi sociali del nostro piccolo Comune, che mi hanno indirizzata alla Caritas parrocchiale per gli alimenti e mi hanno aiutato per fare domanda per la casa popolare.

Com’è stato il tuo ingresso nella casa popolare?

Ci sono voluti 9 anni prima di entrare in casa popolare, nel frattempo ero riuscita a trovare un buon lavoro come estetista in un altro centro e mi ero rimessa in piedi. Ci avevano dato una casa che era fatiscente, soprattutto il bagno era terribile, perché prima di noi viveva un signore in carrozzina e quindi il bagno era predisposto per un disabile ed era molto brutto. Dato che all’epoca prendevo un buon stipendio, d’accordo con il sindaco del tempo, mi sono proposta di fare i lavori di ristrutturazione a mie spese, pur di avere una casa dignitosa, sapendo che non ce l’avrebbero tolta a breve. Invece mi sono indebitata e dopo tre anni è cambiato sindaco e ci hanno cambiato casa. Nel frattempo io ho avuto un tumore all’utero, che poi, non ho ancora capito come, si è sfogato anche nella schiena. Ho dovuto subire diversi interventi, fino a quando non mi hanno tolto numerose ernie e mi si è completamente indebolito il muscolo della schiena.

A quel punto cosa hai fatto?

In quel periodo ho affidato le figlie al mio ex marito, ma il problema grave è stato che non ho più potuto lavorare. Ho fatto le pratiche per l’invalidità e mi avevano dato solo il 45%, poi ho fatto ricorso e mi hanno dato il 75%, ma con un’invalidità del genere non è comunque previsto alcun sostegno economico, l’unica cosa che possono fare è quella di iscriverti al collocamento mirato; ma in oltre 10 anni non ho mai avuto una proposta di lavoro dal Centro per l’Impiego. Mi ero indebitata per colpa dei lavori alla casa popolare e ho quindi smesso di pagare per un bel po’ l’affitto nella nuova casa che ci avevano affidato perché non sapevo dove prendere i soldi ed ero molto arrabbiata del fatto che ci avessero fatto traslocare.

E poi cos’è successo?

Mio padre si è ammalato gravemente e ho deciso di prenderlo a casa con noi per assisterlo, grazie alla sua pensione riuscivamo ad andare avanti tutti e quattro e comunque mio marito non hai mai fatto mancare nulla alle nostre figlie. Poi però mio padre è andato sempre più peggiorando e in meno di un anno è morto. Ho fatto domanda per il Reddito di Cittadinanza, ma è risultato un Isee alto perché mio padre è stato contato nel nucleo familiare anche se era già morto, in breve mi è arrivato un RDC di 160 euro. Una cifra davvero ridicola. A quel punto sono tornata a chiedere aiuto ai Servizi Sociali che mi hanno aiutato con le bollette e mi hanno indirizzato all’Emporio della Caritas diocesana per beneficiare di viveri, tra cui frutta e verdura e avere a disposizione prodotti per l’igiene della persona e della casa. Così ho potuto offrire dei pasti dignitosi alle mie ragazze, che ormai sono donne. Infatti una adesso è andata a convivere e l’altra è ancora con me che cerca lavoro.

È per il lavoro?

Sono 10 anni che non trovo un lavoro, da quando ho avuto i problemi alla schiena non sono più stata in grado di fare nulla e l’essere iscritta nelle categorie protette non mi ha aiutata. Anche i navigator per il Reddito di Cittadinanza non mi hanno fatto alcuna proposta di lavoro e io sono disperata. Non so come andare avanti. Avevo provato a fare qualche lavoro da estetista in casa, ma la vicina ha fatto la spia, sono venuti i controlli e mi hanno multata. Ho trovato un compagno, ma da quando c’è il covid anche lui non ha più un lavoro, prima lavorava come barista. Lo so, avrei dovuto trovarmi un uomo con i soldi, ma io ho trovato lui e per ora va bene così! Per lo meno adesso ho un RDC di 500 euro perché ho aggiornato l’Isee ed è risultata la mia situazione reddituale reale. Con 500 euro riesco almeno a pagare le bollette, ma io vorrei tanto un lavoro.