Intervista a un uomo solo

Ti va di raccontarmi della tua vita, della tua famiglia, della tua infanzia?

C’è poco da dire, tre anni fa sono morti i miei genitori ed io sono solo, solo, non ho più nessuno. Avrei un fratello e una sorella, ma non esistono per me, pensa che non mi avevano neppure detto che mamma e papà erano morti. Per la mia famiglia io sono sempre stato sbagliato, quello che non era capace a vivere. Mio padre lavorava in un’azienda idraulica, mia madre era inserviente in un asilo, mio fratello ha seguito le orme di mio padre e mia sorella si è sposata presto. Io ero l’inconcludente! Avevo provato a studiare idraulica anch’io, ma non mi piaceva. Ho fatto un anno di vigile del fuoco, poi sono andato a fare il camionista. Quella vita mi piaceva, avevo un buono stipendio, ma dopo 10 anni la ditta è fallita e sono finito in strada.

E quindi cos’hai fatto quando sei finito in strada?

Di tornare a casa dai miei genitori non ci ho pensato proprio, sono andato a vivere da amici in qua e là per il nord Italia, mi sono anche sposato con una brasiliana. A dire il vero lei l’ho conosciuta quando ancora lavoravo. È stato tutto molto veloce, mi h conquistato lei, nel giro di 6 mesi ci siamo sposati, ma io dopo poco ho perso lavoro e, quando mi sono reso conto che non riuscivo a darle una vita dignitosa le ho detto di rimanere a casa dei miei amici che io intanto cercavo lavoro. Siamo rimasti sposati 10 anni, io ho provato a continuare a cercare un lavoro, ma niente. Alla fine, anche se ci volevamo bene, le ho detto che era meglio separarci perché non volevo renderla infelice. Siamo rimasti molto amici, in seguito mi ha presentato il suo compagno e mi ha mandato le foto della sua bimba. Sono felice di averla lasciata, così almeno lei ha potuto vivere la sua vita.

Quando sei arrivato a Rimini?

Era il 2004 o 2005, ero ancora in strada ed ero ancora sposato, sono venuto qui per cercare lavoro, all’epoca dormivo in macchina. Qui sono riuscito ad arrangiarmi un po’ perché andavo giù al porto ad aiutare i pescatori, e facevo a volte 10, a volte 15, altre volte 20 euro al giorno. Con quei soldi riuscivo a mangiare e a comprare le sigarette, ma non una vita capace di offrire qualcosa di buono a mia moglie, per questo le ho chiesto di separarci. Poi finalmente ho letto di un’asta per un lavoro in ospedale, ci ho voluto provare e ce l’ho fatta. Mi è cambiata la vita. Ho preso casa in affitto, nel frattempo avevo trovato una compagna e siamo andati a vivere insieme. Sono stati 3 anni molto belli, fino a quando l’appalto non è finito e mi sono di nuovo ritrovato in strada. La mia compagna è tornata a vivere in Valtellina da sua madre ed io sono tornato al porto a vivere alla giornata. Nel frattempo però avevo preso la residenza e così ho potuto chiedere aiuto all’Assistente sociale ed avere il medico di base.

Com’è stato per te questo periodo di pandemia?

Io sono diabetico e soffro di patologie respiratorie, per cui sono stato attento ed ho usato tutte le precauzioni, ma non ero e non sono spaventato perché quando arriverà il mio momento tornerò ad essere come un fantasma così come quando sono arrivato sulla terra. Prima o poi devo morire e la cosa non mi spaventa. Da un anno vivo in una casa della Papa Giovanni in coabitazione con una persona che non vado affatto d’accordo, sono in lista per le case popolari, ma chissà. Per mangiare continuo a venire qui in Caritas per risparmiare, ma in Caritas vengo soprattutto per l’Ambulatorio, sono tanti anni che vengo nell’Ambulatorio della Caritas perché mi aiutano con i farmaci ed i medici sono sempre molto gentili. Ho avuto problemi gravi, piaghe aperte nelle gambe che generavano pus e i dottori mi hanno sempre aiutato.

Come ti immagini il futuro?

Prima della pandemia l’Assistente sociale mi aveva trovato un tirocinio come falegname insieme a dei ragazzini disabili, mi era piaciuto tanto, insegnare ai ragazzi mi dava soddisfazione, ma quello non era un vero e proprio lavoro, era legato alla Lg14 e quando è finito non me lo hanno potuto confermare. Però mi piacerebbe. Mi piacerebbe trovare un vero lavoro, che mi dia soddisfazione e tornare a vivere con la mia compagna. Non so se vorrei continuare a vivere qui, penso che preferirei prendere una casetta in Valtellina insieme a lei e stare i campagna, senza troppe persone intorno.